I lavori per la costruzione della chiesa dedicata a San Biagio furono iniziati nel Cinquecento. Secondo gli storici fu edificata sulle rovine di una chiesa basilicale del III – IV secolo precedentemente dedicata a San Biagio il Vecchio che era venerato dalla comunità bizantina presente a Comiso.
Dopo il terremoto del 1693 fu ricostruita solo la navata centrale. La facciata settecentesca è stata realizzata totalmente in pietra di Comiso. Essa è scandita da un’alternanza di paraste con capitelli corinzi e nicchie. Nella parte centrale emerge il portale d’ingresso, composto da colonne parzialmente incastonate sul fronte della facciata e scanalate, con capitelli corinzi, ed elementi scolpiti. Anche i piedritti delle colonne e la parte tra la porta e il timpano risultano scolpite con motivi floreali. La facciata termina con il timpano racchiuso nella cornice del frontone, i cantonali sono anch’essi in pietra di Comiso mentre le facciate laterali sono in pietrame informe a vista. Nei primi anni del XX secolo fu costruita la scalinata.
Il prospetto presentava in maniera diffusa un deposito superficiale e patine biologiche, alla quota di ingresso vi era la presenza di macchie e lacune dovute all’azione antropica e ad interventi recenti realizzati con vari rattoppi e stuccature con cemento.
Le puliture hanno previsto la rimozione dei fenomeni di degrado nel rispetto delle superfici materiche e delle patine naturali. È stata effettuata la pulitura con acqua nebulizzata con spugne e spazzole di saggina, gli impacchi di argilla con carbonato di ammonio negli elementi scolpiti del portale e piccoli interventi di microsabbiatura ove lo sporco era più tenace. Gli elementi lapidei scolpiti sono stati consolidati con silicato di etile passato a pennello. Sono stati rimossi le stuccature e gli interventi a base cementizia per essere ristuccati con malta di calce idraulica.
Realizzazione: 2021 – 2022
Sito: Comiso (RG)
Committente: Parrocchia di Santa Maria delle Stelle – Comiso (RG)
Progettazione e Direzione dei Lavori: Giovanni Gatto, Serafina Sidoti, Carmelo Sidoti
Foto: Giovanni Dierna