Lavori di restauro, riqualificazione architettonica e adeguamento
liturgico del Santuario di Maria SS. di Gulfi

Il Santuario della Madonna di Gulfi presenta un baldacchino con la statua della Madonna, realizzato nel Settecento, con basamento lapideo e colonne tortili in legno. Alla base di esso vi sono i gradini in pietra che seguono la sagoma del baldacchino con andamento curvilineo che lo raccordano all’aula liturgica posta a quota inferiore. Nella metà ricadente nel lato dell’aula, nello scorso Secolo, è stato realizzato un riempimento che ha annullato per metà la gradonata. Questa parte è stata pavimentata con piastrelle di cemento colorate tipo “cementine” (nere, bianche e rosse) di forma esagonale. Il riempimento è stato poi raccordato alla quota dell’aula tramite dei gradini in marmo di Carrara che, nella forma, riprendevano l’andamento dell’originario.

L’intervento in progetto, diviso in due fasi, ha previsto durante la prima la demolizione del riempimento in modo da ottenere la ricostruzione del sistema di gradonate originario e durante la seconda la ripavimentazione dell’aula liturgica. Durante la prima fase, la demolizione del riempimento, ha previsto il recupero di parte del basamento originario che era stato coperto.
Per il riprogetto della parte mancante, non avendo documenti e non essendo ripetibile specularmente la parte sul retro, sono state effettuati degli studi geometrici comparando l’esistente ritrovato con elementi realizzati in luoghi sacri in periodi coevi. 
Con l’intervento in progetto oltre alla ricostituzione del sistema di gradonate si è realizzato lo spazio del presbiterio in un piano rialzato, così come prevedono le norme liturgiche, al fine di ottenere uno spazio adeguato per l’attività del Celebrante eseguendo un intervento architettonicamente organico con il resto della chiesa.
L’area del presbiterio è stata pavimentata con lastre in pietra di Comiso con finitura spazzolata, rese distinguibili rispetto alla pavimentazione esistente. In modo particolare l’attacco fra pavimentazione medievale e nuova è resa riconoscibile pur mantenendo l’unità formale dell’opera.
La parte originaria esistente è stata pulita con impacchi di argilla, qui è stata inoltre rimossa la malta di cemento esistente e sostituita con malta di calce.


Nella seconda fase di intervento, quella relativa alla ripavimentazione della navata, il processo di riprogettazione critica ha avuto origine da una foto storica non datata dalla quale, a seguito di una attenta elaborazione digitale, è stato possibile risalire ad alcune caratteristiche dell’impiantito preesistente, costituito da elementi quadrati neri, probabilmente in pietra pece, elementi in tonalità chiare, verosimilmente in pietra calcarea, ipotesi avallata anche dai resti recuperati durante i saggi, ed infine elementi di tonalità intermedia dei quali però, ne attraverso l’immagine ne attraversi i saggi, non è stato possibile supporre il materiale.
Dalla foto storica è emersa inoltre la presenza di una doppia cornice, in toni scuri, al margine della pavimentazione.
L’attenta disamina e il ridisegno dell’impianto antico, seppur senza fini ripristinatori, ha condotto alla definizione delle caratteristiche della nuova
pavimentazione che si profila con una tessitura bicroma, ottenuta dall’accostamento di elementi in pietra pece ad elementi in pietra calcarea di Comiso. La trama del nuovo pavimento si sviluppa in moduli ottagonali generati dall’accostamento di elementi in pietra calcarea di Comiso quadrati e pentagonali ed inserti quadrati in pietra pece.
L’ottagono nella simbologia cristiana evoca la vita eterna e la resurrezione ed è un elemento già presente all’interno del santuario diventando una volta forma generatrice della cupola soprastante il baldacchino.
Così come nell’impiantito antico anche nella nuova pavimentazione vengono inserite fasce perimetrali, a differenza dell’originale qui solo in senso longitudinale e con forme semplificate. Si è inoltre rimosso il lambris presente nell’aula liturgica e sostituito con elementi in pietra calcarea di Comiso e in pietra pece.
Il ritrovamento nel corso dei lavori di restauro del santuario di un brano della fondazione della facciata originaria prima dell’innesto del prolungamento settecentesco, ha determinato, in corso d’opera, la necessità di richiamare il limite dell’originaria fabbrica architettonica attraverso un segno nella nuova pavimentazione. Si è scelto infatti di dare un diverso taglio, pur mantenendo la lettura unitaria dell’insieme, agli elementi della pavimentazione corrispondenti alla traccia del fronte originario, inoltre è stata inserita una lastra che reca l’incisione: “Muro di fondazione nucleo originario”. Un’altra incisione recante l’anno di esecuzione dei lavori di restauro è stata inserita in corrispondenza di una parasta nella zona di ingresso del santuario.
Le suggestioni filologiche che animano l’intervento di restauro infatti non approdano ad alcuna volontà ripristinatoria, bensì la tendenza è quella di evocare il ricordo dell’antica pavimentazione con un intervento distinguibile e attuale, espressione di una riconquistata unità potenziale dell’insieme.

Realizzazione: 

2017 intervento area presbiteriale

2020 pavimentazione area liturgica

Sito: Chiaramonte Gulfi (RG)

Committente: Rettoria del Santuario di Maria SS di Gulfi

Foto nuova pavimentazione (2020): Giovanni Dierna

Foto restauro area presbiteriale (2017): Giovanni Gatto – Marcello Bocchieri

Progettazione e Direzione dei Lavori: Giovanni Gatto