L’antica pescheria di Comiso, edificata nel 1867 su progetto dell’architetto Fianchini, costituisce uno degli edifici più importanti del centro storico della città. Nato come mercato del pesce, funzione che ha mantenuto sino alla metà del Novecento, l’edificio è caratterizzato da un elegante loggiato, teatro delle passeggiate quotidiane di Gesualdo Bufalino, poeta e scrittore comisano che tra quei portici amava conversare con gli amici più cari. Dal 1999 l’ala sud-ovest del complesso architettonico ospita la sede della Fondazione Gesualdo Bufalino. Arredi aggiunti in varie epoche e di diversa tipologia e materiale hanno, nel tempo, trovato posto all’interno degli spazi che ospitavano una commistione di funzioni non presentando elementi separatori necessari ad evitare interferenze fra i fruitori, gli studiosi e le attività amministrative. Con i lavori di riqualificazione degli interni si è posto l’obiettivo di conferire unitarietà agli ambienti esistenti, i quali apparivano frammentati, privi di un’idea di allestimento unitario e di un’illuminazione adeguata. Con il nuovo progetto, all’interno dei locali sono state distinte le funzioni, in precedenza accolte in maniera disordinata, ovvero un ufficio, una sala riunioni, una sala lettura, la biblioteca e la sala conferenze. Il frazionamento di alcuni spazi mediante setti vetrati ha consentito di ottenere degli ambienti ampiamente illuminati e disimpegnati evitando le interferenze visive ed acustiche che si creavano in precedenza: ufficio nella parte centrale con ai lati la sala riunioni e la sala lettura. Al loro interno sono stati disposti i tavoli progettati su misura in legno e vetro. Gli arredi modulari in noce costituenti la biblioteca, contenenti i libri donati da Gesualdo Bufalino, hanno subito un’operazione di smontaggio e rimontaggio secondo le nuove esigenze createsi con la una nuova distribuzione. Il vano a sud-ovest continua ad ospitare la biblioteca personale dello scrittore ma con un ampliamento delle scaffalature sulla parete speculare in precedenza libera da arredi. La libreria è divenuta cornice perimetrale mentre nella fascia centrale sono stati inseriti quattro tavoli espositori vetrati nella parte sommitale. Le dimensioni dei tavoli ricalcano le lunghezza dei setti murari compresi fra le porte del portico, consentendo una migliore fruizione degli espositori, agevolando l’ingresso e l’uscita dallo spazio ed evitando che la superficie in vetro dei tavoli rifletta la luce del sole nelle ore diurne. Sulle capriate in cemento armato, sopra i tavoli, ricalcandone le dimensioni, è stata progettata una struttura in ferro che ospita una serie di luci puntuali orientate in modo da agevolare la visione dei tavoli espositori, dei libri della biblioteca e di alcuni oggetti collocati nelle scaffalature. Nella fase progettuale si è immaginato di trasporre quei portici, all’interno dell’edificio, in cui Gesualdo Bufalino amava passeggiare con i suoi amici, con lo sfondo sempre presente dei suoi libri, nell’intento magari di prendere un libro e leggere le pagine più amate ai suoi accompagnatori. E camminare ancora, mettere come sottofondo un disco jazz, raccontare uno dei suoi ricordi o mostrare uno dei documenti ingialliti dal tempo, esposti all’interno dei tavoli “galleggianti”, posti lì a fluttuare tra i libri, frutto del sapere emanato dai libri stessi. La scaffalatura esistente sulla parete corta, fondale della biblioteca, è stata smontata in modo da liberare lo spazio e dare posto a una gigantografia di Bufalino con una sua citazione. Nelle pareti laterali sono stati inseriti dei pannelli in cartongesso, a filo con gli arredi, atti a celare il vuoto creato dalle librerie ma anche i cavi elettrici e l’impianto canalizzato caldo – freddo. Un led retroillumina con una veletta la parte alta del soffitto. La pavimentazione esistente, costituita da elementi in cotto, è stata mantenuta.
Realizzazione: 2020
Sito: Comiso (RG)
Committente: Fondazione Gesualdo Bufalino Onlus
Progettazione e Direzione dei Lavori: Giovanni Gatto
Lighting Designer: Angelo Sanzone
Foto: Alessia Mare